Obsidian_Design

Doser insider review – Arredo & Accessori in pietra dura by Obsydian Design

Milano. 02/02/2017.

Una corsa sotto la pioggia tra il traffico e le luci che si accendono di una Milano, all’apparenza ormai stanca, preludio di fine giornata. Devo attraversare corso Matteotti e raggiungere San Babila, precisamente Corso Venezia 6, ad aspettarmi il campanello “Hyper room – Showroom”. Alzo gli occhi verso un meraviglioso palazzo che cela, come tanti in città, quegli eventi della Milano artista che “non dorme mai”. Suono, apro il portone, entro. Lascio fuori il caos, l’ombrello non serve più. Accendo il contatto con un mondo nuovo, quello di Obsydian Design.

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Una materia prima unica e ben riconoscibile, caratterizza il percorso: la pietra dura, passione dell’imprenditore Gesualdo Marrapodi che ne ha fatto il concept del brand. La sua visione di “pezzo unico”, nata dai concetti di lusso, personalizzazione ed esclusività si esprime nel design per mantenere il fascino inalterato dal fattore più temuto: il tempo.
Le pietre nobili (ossidiana, occhio di tigre, malachite e lapis), rielaborate e rilavorate (tramite la bocciardatura, lucidatura, sabbiatura, spazzolatura, molatura e spianatura), grazie alla sapienza artigianale di una delle poche aziende italiane specializzate, prendono la forma di mobilio di lusso, accessori per la casa e la persona.

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Mi perdo ad osservare la luce riverberata degli obelischi e sfere di quarzo o ossidiana, mentre le immagino adornare salotti preparati ad accogliere i party più esclusivi ed, in dimensioni ridotte, come “segna posto” su tavoli apparecchiati in un gioco di luci e riflessi. Moderni dandy indossano cinture e gemelli da camicia dove brillano, discretamente incastonate, malachite ed occhio di tigre. Ora parlano, ora uniscono in brindisi i calici in quarzo lalino. La scacchiera Zama, in quarzo lalino ed ossidiana nera li attende per il dopo cena.

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Abbasso gli occhi, ritorno alla realtà. Distesa, al centro della stanza, la materia prima. Nella sua forma ancora grezza si sussegue, senza essere mai casuale, ripristinando un contatto con la natura più spontanea, circondata, dalla sua metamorfosi più sontuosa. Emozionante toccare “con mano” quello che trasformato è trama di tavoli contemporanei dal sapore regale.

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Esco e non piove più. Le luci delle macchine si riflettono sull’asfalto ancora bagnato, le guardo con occhi diversi. Le immagino attraverso le sfaccettature delle pietre lavorate, sovrappongo un filtro alla realtà e ritrovo, ancora una volta, la magia nell’accezione più pura di design.