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Pantone nomina Living coral il colore dell’anno…un corallo per vivere nel 2019

Un colore può riportarti, quasi come una fragranza, a un ricordo lontano, perso nel buio di un vicolo cieco della mente. Ed è così che ho rivisto un salottino, come congelato tra gli anni ’50 e ’60, rimasto immobile, inattaccabile dal tempo, come sospeso. Ero piccola, il mio mondo riconoscibile galleggiava a un metro d’altezza, ma quel telefono a cornetta, un Auso Siemens rosa corallo, catalizzava la mia attenzione. Si sposava così bene con quel tavolino di formica turchese! Era la caramella più bella in fondo al sacchetto.

In questo modo nascono le tendenze: ricercando, nella comfort zone del passato, un elemento predisposto ad abbracciare e rassicurare un futuro inesplorato, ma prossimo. L’identificazione di una specifica tinta destinata a essere trend per un intero anno, possiede la responsabilità intrinseca di suscitare qualcosa, di stimolare qualcuno, per essere reinterpretata. Con una sola regola: non averne mai paura. E qui entra in gioco la capacità di affidarsi a chi, per esperienza, studio e una diversa sensibilità professionale, può aiutarti a capire cosa meglio si può abbinare, creando il tuo individuale collegamento con il passato verso il futuro, dimostrando  come anche un colore che potrebbe sembrare eccessivo, se ben calibrato, non risulterà mai troppo.

Vi presento Living Coral, una gradazione di corallo rosato dal sottotono caldo, quasi come quello di una pesca matura, che può risvegliare e vitaminizzare l’invasione tortora degli ultimi anni, per far ritrovare l’armonia di vivere una casa personale e non standardizzata.

Impariamo a osservare la Natura, che è in grado di offrirci gli accostamenti migliori per qualsiasi sfumatura possiamo cercare di identificare. Nel pompelmo il cuore rosato si rifugia dentro una buccia fosforescente, quasi fosse un cappotto rubato alla sorella arancia.  Le foglie delle piante attraversate da calde venature arrossite rammentano un marmo verde che si intreccia con un bianco di Carrara. La corteccia di una pianta dipinta ci ricorda che qualsiasi colore neutro, grezzo e naturale può assumere carattere, se unito a una nuance energizzante.

A Parigi, tra il teatro dell’Operà Garnier e il caratteristico stile Haussman, spuntano, come fiori primaverili, colori inaspettati che meravigliosamente si integrano nel susseguirsi degli arrondissement, spezzando il grigiore degli inverni europei e il frenetico rincorrersi delle quotidianità metropolitane, come la nota d’accordo che non stona mai. E poi, scomposta a simulare una nebbia liquida estiva, un’idea: concepire i parapetti dei palazzi come fossero coriandoli lanciati e sparsi nella neve fredda, speranzosi di scioglierla o semplicemente liberarla da una monotonia monotòna. Il divano in velluto, abbandonati i classici colori tabaccati si propone come un goloso Cocktail Pink e ci trasporta, con la mente, al sole caldo di Saint Barth, anche se abitiamo nella più brumosa cittadina del Nord, mentre un tappeto nocciola dorato forma la nostra sabbia e le piastrelle, attualmente super cool, creano il nostro mare.

La seduzione e la scoperta del colore sono nel reale effetto scialbato, a cui l’annoiato stile Shabby Chic, non può, nemmeno debolmente, stringere la mano. Quelle sovrapposizioni di strati di vera vita vissuta, nella combinazione di toni differenti che si rendono quasi indistinti con il tempo, valorizzano portali e portoni che sono stati aperti e chiusi, attutendo ogni volta la pressione di una mano delicata o il bussare frenetico di un ospite non gradito; e ci accorgiamo che, nel ventaglio di tonalità apparentemente così lontane, tutto invece è diventato così vicino, proporzionato e bello. Ogni forma può accogliere un nuovo colore. Un colore può ispirare una nuova forma. Un cerchio a spicchi può diventare un frutto schiuso, poi un ombrello aperto e ora l’arabesco di una maiolica siciliana pronta a ornare la tua cucina. Nei passaggi della mente e nel lasciare libera la nostra iride, nessun colore è difficile, nessuna tonalità è pesante, ma, come per ogni linguaggio, è spesso necessaria un’adeguata interpretazione. Il ruolo dell’ Interior designer è, soprattuto, questo.