Profumi di…Casa

Ricostruzione. Rievocazione. Trasalimento. La ricerca della memoria nell’identificazione degli spazi.

Ecco il ricordo, disormeggiato, nella percezione proustiana e immensamente umana rappresentata dall’immateriale profumo.  Nel pianeta del gusto, il sovrano olfatto è in grado di ricomporre, senza peso e senza limiti, paesaggi o carezze in uno scenario di una realtà allontanata. Il profumo riesce a essere più soddisfacente del  gusto poiché stimola e non sazia, ti insegue fino a svanire in un continuo, eternamente casuale, di lasciarsi e ritrovarsi.

Entra in un respiro, anche quando non richiesto, come una veloce macchina in piena corsa, nelle gallerie del nostro corpo. Così si prende gioco della mente, può infastidire e, al tempo stesso, calmare, nascondersi per poi diffondersi, inatteso e invadente.

Gitano abita ovunque, si traporta e si mescola alla prima fonte di vita: l’aria. Ti permette di viaggiare fermo, senza il bisogno di guardare, circondato dalle mura di casa. Ripercorre le strade dei ricordi, come protagonista di una meta abbandonata. O inventata. Non esistono più confini…

Nei  vicoli stretti di Ibiza vecchia, tra panni stesi che battono al vento, si scatenano note di aldeidi, il rumore del ghiaccio pestato si diffonde insieme alla fragranza invadente delle foglie di zenzero e menta. Il vento ozonato di salsedine e iodio leggero riempie le strade e si sprigiona, come nota di fondo, da una boccetta senza confini già pronta a catturare invernali flashback.

A 1000 km di distanza, in un palazzo ottocentesco parigino, una tenda rossa in velluto pesante copre dalla luce i divani dal tessuto broccato. Una nuvola di pachouli e cumarina si disperde come polvere e alza vestaglie di velours che, mescolate alla scia di Oud, trasportano la mente in lontani luoghi orientali.

Com’è possibile rivivere o immaginare senza barriere e raffigurare sensazioni senza materialità?

Grazie ai tessuti di casa che, quasi  fossero pelle calda, convivono predisposti ad assorbire e a concederci reinterpretazioni, a più fondali, della stessa scena. E, proprio qui, viene risvegliato l’antropico bisogno di lasciarsi andare mentre, a occhi chiusi, associamo e indentifichiamo al benessere, l’energia o la pazienza, senza coinvolgimento della vista o del tatto. In attesa che ogni molecola, ogni essenza, si evolva per restituirci, staccandosi in tante trasparenti tracce diverse, dinamiche emozioni o contaminanti tranquillità.

Ogni stanza, ogni zona abitata può ospitare un diverso odore e rimandarne il sillage attraverso ogni finestra che viene aperta, ogni porta che viene dischiusa; una cucina gourmande si amalgama a un salotto boisée, un bagno dalle note marine affianca una camera da letto soliflore. Come un Bouquet di Mouillette in una profumeria artistica fiorentina, come un pianoforte suonato a quattro mani, si compone, spontaneo, un nuovo e privato accordo; quello unico della propria casa.